I grani antichi

Oggi è stato un giorno uggioso, intervallato a un certo punto da una rara quanto fittissima grandinata. Mentre ero intenta a osservare i chicchi di grandine che colpivano incessanti i vetri della finestra, ho pensato ai chicchi di grano in particolare a quelli di grano antico e alle quasi sconosciute proprietà .

Oggi è stato un giorno uggioso, intervallato a un certo punto da una rara quanto fittissima grandinata. Mentre ero intenta a osservare i chicchi di grandine che colpivano incessanti i vetri della finestra, ho pensato ai chicchi di grano in particolare a quelli di grano antico e alle quasi sconosciute proprietà .

Oggi fioccano nuove intolleranze. Persone che si sono sempre ritenute sane scoprono di essere intolleranti ai cibi, e in particolare al glutine, in forme più o meno leggere. C’è un modo di cautelarsi da tutto ciò? Sì!. Per farlo basta, come spesso accade, guardare al passato.

Oggigiorno molti grani utilizzati per la produzione delle paste più commerciali sono i cosiddetti grani moderni, ossia grani che nel corso del tempo sono stati geneticamente modificati per pervenire a maggiori produttività. La modificazione genetica ha, però, comportato la variazione delle proprietà nutrizionali, tra cui l’aumento della percentuale di glutine rispetto a quella d’amido. Pare che proprio questa sia l’origine dell’odierna maggiore sensibilità al glutine che affligge sempre più persone.

È questo il motivo per cui si dovrebbero preferire i grani antichi, che sono più buoni e pregiati nonché maggiormente digeribili e leggeri. Essi, purtroppo, non possono essere mangiati dai celiaci, che devono escludere dalla loro alimentazione sia i grani antichi che quelli moderni.

È evidente che l’acquisto di grani antichi, a km zero, consente anche di aiutare la piccola imprenditoria agricola locale, privilegiando le imprese del proprio territorio e contribuendo così alla tutela del patrimonio di biodiversità italiano, unico al mondo.

E per il diabete e per le altre malattie metaboliche? Sicuramente sono da preferire sempre le farine integrali e semi-integrali che consentono la conservazione dei micronutrienti della parete esterna del chicco di grano e con essi tutte le proprietà nutritive. Esse, inoltre, forniscono un importante contributo nella stabilizzazione dei livelli di glucosio nel sangue, nel controllo dei livelli di colesterolo, nella moderazione dell’appetito e quindi nella regolazione del peso.

I grani antichi sono spesso macinati a pietra. Questo tipo di macinazione, rispetto agli altri metodi più moderni, consente una minore frantumazione del chicco ed evita di liberare gli zuccheri troppo in fretta, salvaguardando così lo stress del meccanismo dell’insulina.

I grani antichi che spiccano tra gli altri sono:

  • il grano Senatore Cappelli: considerato il “re dei grani italiani”, è coltivato in Puglia e caratterizzato dal profumo intenso e dal sapore deciso;
  • il grano di Tumminia: coltivato sin dal tempo degli antichi Greci ed una volta diffuso in molte aree del Mediterraneo, dall’italiana Sicilia al Portogallo, ora se ne è ripresa la produzione soprattutto nelle aree del trapanese e del palermitano;
  • il grano Saragolla, è considerato l’alternativa italiana del canadese kamut, essendone un parente stretto. È coltivato nell’Italia centro-meridionale, in Lucania, Sannio e Abruzzo

Ora resta solo da pensare a quale gustosa ricetta preparare con uno di questi sanissimi grani.

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