Betta e l’ipoglicemia

 

La parola Ipo deriva dal greco e significa “sotto”, perciò, la parola ipoglicemia significa letteralmente sotto-glicemia.

Nell’accezione scientifica tutto ciò vuol dire avere un valore troppo basso di glicemia.

Per chi non conosce questo termine, vi dico subito che la glicemia è la quantità di glucosio, uno zucchero, presente nel sangue, quindi avere questo valore sotto i 60-65 mg/dl in soggetti senza diabete, potrebbe portare ad avere fame o qualche giramento di testa ma, in persone “sane”, non dovrebbe essere un campanello di allarme.
Ben altra cosa significa avere un’ipoglicemia per chi gestisce il diabete, soprattutto quello di tipo 1!

A volte, spesso o sempre avere un valore che si aggira già sui 60, significa avere uno, pochi o tutti i sintomi antipatici di questa condizione, difatti ogni ”diabete” è un caso a se’, un po’ come avere un capo personalizzato, fatto su misura per te.

Ognuno di noi ha una propria storia che inizia sempre con la scoperta ma che poi prosegue in maniera diversa.

A volte si hanno oscillazioni alte di glicemie, altre volte basse oppure si hanno periodi di stabilità glicemica ma fatto certo è che tutto ciò influenza di molto la soglia in cui s’incomincia a stare male. Tutto questo, però, è cosa ben nota a chi ha a che fare quotidianamente col diabete o a chi ha degli amici con diabete oppure semplicemente a chi frequenta medici, infermieri o nutrizionisti.

I sintomi certo sono molteplici, dalla disattenzione, alla fame, alla sudorazione, al tremore.
In quei momenti qualcosa di strano sta avvenendo, una fame anomala prende il sopravvento, talvolta si teme di perdere conoscenza e, addirittura si pensa di avere un attacco di panico!
In questo stato di “necessità” per placare il bisogno latente, s’incomincia ad ingurgitare tutto ciò che è commestibile, dalla cioccolata ai crackers ai biscotti e così via senza però realizzare che, così facendo, aumenta la preoccupazione e si rischia soltanto di non uscire mai dalla crisi. E allora? No ai grassi che rallentano l’assorbimento di zuccheri e si agli zuccheri semplici, e per questa volta ad alto indice glicemico.
Nella mia borsa potete trovare di tutto, bustine di zucchero rubate ai bar, succhi di frutta in tetrapak scolorito, caramelle sparse ovunque…

Episodi d’ipoglicemia? Ne potrei raccontarne molti.

Come quando al mio primo esame universitario, incominciai a mettermi in bocca un bel po’di caramelle, di zucchero perché, a causa dallo stress, non avevo mangiato nulla; oppure quando un giorno di circa 15 anni fa, non riuscivo proprio a svegliarmi.

E poi ci fu la svolta decisiva per me: capii che dovevo iniziare a domare il diabete che sino a quel momento era riuscito a gestire, a mia insaputa, la mia vita.

Conscia di ciò ho bilanciato meglio i miei pasti, preferendo quelli misti ossia non solo con carboidrati e comunque cercando di assumere per lo più carboidrati “Low Index”. Questi accorgimenti hanno fatto si che la glicemia ora sale più lentamente dopo l’assunzione dei cibi e mi si stabilizza maggiormente nel tempo evitando anche le così tanto fastidiose Ipo.

Ci sono tanti modi di tenere a bada le proprie glicemie, ed uno potrebbe essere proprio questo!

By Betta Low

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