Diabete di tipo 1… andiamo oltre i numeri

Betta ha il diabete …”giovanile” come si diceva un tempo, anche se giovane non lo è più!

Ed eccomi qui, dopo trent’ anni a spiegare in maniera semplice uno stile di vita

Quando mi fu diagnosticato il diabete, le prime parole sono state 4 siringhe, dieta da 2000 Kcal , unità di insulina di 4,5,6,miscele 50/50 o 30/70 e di stare attenta soprattutto a dei numeri quelli sotto a 100 …ma di di che cosa?

Di zucchero nel sangue.

Si perché, ad un certo punto il mio pancreas, un organo dalla forma di una patata dolce, ha soppresso la produzione di insulina, che è l’ormone indispensabile per metabolizzare gli zuccheri nel sangue che si assumono durante l’alimentazione.

Insomma a me manca quella chiave magica per aprire le porte delle cellule e fare entrare il “carburante”necessario ai muscoli e agli organi per fare il proprio lavoro.

Questo si chiama oggi diabete di tipo 1, insulino dipendente…perchè di forme di diabete oramai ne esistono molte di più, anche quello di tipo 2…forse ci sarebbe anche un numero 3 , ma per facilità quello di mio padre alcuni lo chiamano ancora diabete dell’anziano, ah se lui mi sentisse!!

Sono oramai anni che grazie al progresso, alle nuove tecnologie e ai nuovi farmaci, si sono fatti passi da giganti, soprattutto grazie all’educazione terapeutica del paziente e al continuo aggiornamento del medico specialista.

Quindi, dopo aver risolto la difficoltà di come procurare insulina dall’esterno, grazie prima alle somministrazioni e poi al microinfusore, ho iniziato a capire che per equilibrare questo numero di nome glicemia, avrei dovuto migliorare l’apporto nutrizionale.

Fino a 10 anni fa non sapevo assolutamente che, sono i carboidrati ad essere metabolizzati dall’insulina, cioè fino ad allora non chiedetemi come ho fatto… fin quando un medico mi propose di applicare uno dei primi sistemi che monitoravano il glucosio in tempo reale e da lì ho capito che c’era qualcosa di più oltre i NUMERI, ovvero la tendenza delle mie glicemie a salire o a scendere dipendeva in gran parte dall’indice glicemico degli alimenti.

Da qui l’idea del blog, perché non diffondere l’esperienza mia e di Giada, io alle prese con il diabete da tanti anni e lei che ogni giorno per lavoro combina gli alimenti per migliorare le glicemie e il peso, insomma in un certo qual senso entrambe amiche del Diabete.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *